1. |
La luna nel pozzo
05:13
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quando ero bambino avevo gli occhi sempre aperti,
immaginavo tutto e imparavo il mio nome
mia madre tesseva da dieci anni la sua tela,
lei prenotava viaggi io programmavo voli
senza un padre e nei piedi le stesse scarpe troppo strette
mi addomrmentavo al vento del mio prossimo incontro
ed in tasca avevo un coltello e mille anni
per potermi inventare un impiego migliore
ed un giorno di maggio fra i fiori ed il cielo
vendetti la mia luna in cambio di fortuna.
ma il pozzo era profondo, e l'acqua troppo scura
ma il pozzo era profondo e l'acqua era nera
la parola sfugge e svuota il senso del mio tempo
senza niente del niente che ci piove addosso
ma quando ero bambino avevo sempre gli occhi aperti
contrappunto esatto di questo bianco soffitto
e mi manca il coraggio di guardare davvero
nel buio della notte fra mani troppo strette
e allora chiudo gli occhi la mia stessa paura
e allora chiudo gli occhi ed ho paura ancora
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2. |
Libellula
04:56
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pane e luce dentro ai tuoi occhi
brillano come lacrime
ma sono stelle che si specchiano
in un rosso lungo addio
stringi i tuoi pugni e il grido
esplode dentro al petto
dentro a una vita attesa
che si libererà
come una libellula
come un volo sarai
segno della vita che
vola libera e va
verso il centro del mondo
verso un cuore profondo
come una libellula
come un volo sarai
sfiorano le tue labbra
milioni di parole
a immaginare il suono
del tempo che verrà
sfilano i nostri sensi
a misurarne il volto
l'impronta ed il profilo
l'attesa che vivrà
mani ed occhi attenti
a non ferire ancora
perché il dolore adesso
è troppo anche per noi
perché è tempo adesso di
cercare le sue mani
guardare nei suoi occhi
segno di eternità
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3. |
Sirena
04:43
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caldo vento notturno
in un buio di stelle in attesa
che la luce del giorno
accarezzi questa calma indifesa
ho bisogno di amore
ho bisogno di solcare il tuo mare
vagare senza timore
naufragando nel dolce piacere
magica strana figura
attrice di un mondo di pace
tu canti nel vento e la voce
sovrasta il fragore dell'onda che tace
vieni da me lasciati andare e ascolta
la mia canzone è per te questa volta
vieni da me lasciati andare e ascolta
la mia canzone è per te questa volta
fredda acqua straniera
in un buio di sguardi in attesa
uomini senza bandiera
aggrappati a una vita sospesa
è bisogno di pane
è bisogno di vivere ancora
sogni d'albe lontane
terra ricca e nuova dimora
perfida donna marina
silente sorriso ossessivo
tu porti eterno sollievo
abisso profondo tuo triste motivo
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4. |
Giardino d'inverno
05:03
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come fare a fuggire da questo tempo?
come andarsene per sempre da questa città?
hai ragione quando dici che il tuo giardino
non è fatto dei colori del mondo che
aprono finestre in questo cielo
sfumano il dolore dei giorni miei
sciolgono la neve nel disgelo
rischiarano la notte eterna oramai
come fare a recidere questo vento?
e essere complici di questa realtà?
sento aria di pioggia e neve nel tuo giardino
vedo il cielo fuggire e non voltarsi più
prendimi per mano te ne prego
lascia che io venga dove sei tu
dove i fiori sembrano un prodigio
lasciami le chiavi del tempo che va
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5. |
Lamento notturno
04:59
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mi sveglio stanco e parlo con i matti
questo è il mio umore e quello che ti aspetti
ma ieri sera avrei giurato
di stare bene
cosa è successo? non capisco
forse e' il fantasma che ogni notte
mi viene a dire che adesso
tu non sei più con me
e allora calcolo distanze siderali
usando uno strumento che mi ha lasciato tu
calcolo anche quanto tempo devo ancora rimanere
in questo stato d'ibernazione
e adesso mi ritrovo a galleggiare
in un mare di sudore come un anno fa
non serve neanche bere latte e non pensare
a lettere d'amore mai scritte a te
mi sveglio presto e parlo con i matti
questo è il mio umore e quello che ti aspetti
ma ieri sera avrei giurato
di stare bene
vorrei parlare di Freud col mio gatto
ma non mi sembra un interlocutore adatto
vorrei dimenticare tutto il male che mi hai fatto
e coltivare quadrifoglio
e in questa notte in cui diventi una chimera
io mi dimentico di respirare
dimentico perfino di dimenticarmi dei tuoi occhi
e allora tanto vale mettermi a urlare
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6. |
Neve di Milano
06:00
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un riflesso del cielo colora un grigio impreciso
un respiro del vento soffia un tramonto già deciso
dalla notte che verrà
è stato un giorno strano freddo per un po'
un giorno che mi ha illuso
scorre il traffico piano come sangue gelerà
e poi si arresta il cuore si ferma la città
e non sarà facile da scordare ora
neve grigia su Milano
e non sarà facile non pensarci ancora
neve grigia su Milano cade e porta con se un dono
aria di neve e sento suonare la sirena
del turno delle sette
respiro intenso è notte che cosa non farei
per non dimenticare le cose che vorrei
respiro lento non guardo più la vittima sei tu
solo tu sempre tu proprio tu vittima sei
respiro denso non scende mai e vittima sarai
e vorrai sempre ciò che non hai
Milano vittima sarai
e non potrai non pensare che è meglio amare
neve grigia su Milano cade e porta con se un dono
questa città anche se non sa ricordare
neve grigia su Milano cade e porta con se un dono
soltanto un treno un nome di una stazione
guardo negli occhi della gente
e vedo solamente il niente
sento anche un suono e i volti senza espressione
lo stesso sguardo indifferente
sempre lo stesso cuore assente
la neve cade cade senza una ragione
senza un rumore silenziosamente
cade su strade e case cade dal ponte
e tutto resta fermo come in sospensione
di battiti di cuore dolcemente
tutto sembra essere così presente
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7. |
Grande sorella
04:11
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pensate alle stempiature forforose
dei giovani lettori dei telegiornali
portaborse di partito
pensate alla triste messinscena dei talk show
dove fra insulti di rito, e comici ad ore
si canta l'impegno totale:
vogliamo tutti un mondo migliore!
e ci si appesantiscono le tasche, si, ma da vere star
pensate a biscardi ai programmi per famiglie di mediaset
pensate a emilio fede pensate a bruno vespa
pensate e non vergognatevi
si devono vergognare loro
si devono vergognare come quando io
mi scopro nudo inerme scarsamente acrobatico di fronte a te
guardo i notiziari leggo i giornali e chino la testa
parlo di lei fino alle tre del mattino
poi esco fra le iperboli del buio e sento urlare
giro lo sguardo, fisso l'asfalto e la pioggia che cade
stanno pestando un ragazzo con la faccia nera nella notte blu
dopo lo arresteranno è un clandestino
da pezzenti con la fame e gli occhi stanchi
siamo ora aguzzini di pezzenti
spesso le cose viste da vicino non sembrano poi così grandi
non sembrano poi così sacre
ed io mi vergogno per voi mi vergogno di me
ora è finalmente tutto chiaro
e tutto questo sembra
un insulto alla coscenza
all'intelligenza assassinata in seconda serata dal Costanzo show
avete soltanto il nostro disprezzo:
vorrei soltanto potervelo urlare,
poi chiudere gli occhi, per non vedere.
e penso all'inverno: è inferno o paradiso?
e penso all'amore eterno: inferno o paradiso?
ci penso e non preoccupatevi:
adesso è facile capire
adesso è chiaro questo è bianco quello è nero
e in mezzo siete voi e c'ero anch'io
ma il grigio ormai non è il colore mio
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8. |
Inumano
05:05
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lui sembra un uomo
ma non è umano
lui è un punto esclamativo
pervaso di energia
lui è il futuro
non è una foglia d'autunno che cade ma vola lontano
lui segue il vento
e diventa uragano
lui ha un sorriso rieducativo
ha attraversato deserti
sicuro ed audace
lui è un'iperbole, breccia spaziale, è un raggio di luce
ferma il suo sguardo alla tua porta
ed ad ogni mano lui gioca una carta
parla una lingua antica ma chiara
chiede soltanto che tu lo ascolti
entra nel cuore quando ti volti
la sua parola è come una spada
ma il suo cane mi ringhia rabbioso
ormai ha capito di avermi incastrato
in un angolo buio senza aria ne luce
sento soltanto il suo morso feroce
lui sembra un uomo
ma non è umano
è un puro punto esclamativo
senza macchia o paura
cavalca sicuro puntando deciso il futuro
ferma il suo sguardo alla tua porta
ed ad ogni mano lui gioca una carta
parla una lingua antica ma chiara
chiede soltanto che tu lo ascolti
entra nel cuore non appena ti volti
la sua parola è come una spada
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9. |
Stella mancante
04:32
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perché lo sai tu sei
stella mancante nella sera
lo sai per sempre tu sarai
stella mancante (nella sera)
bene o male questa notte si accende
nel lampo di un temporale
adesso io resto col mio cuore in attesa
in piedi sulla porta di casa
sono sempre arrivato in ritardo
un'ora un giorno un treno già perso
sono ancora e sempre in ritardo
il treno che ho perso non tornerà più
questa notte il mio buio si accende
di vento stellato e freddo
e sento che ho voglia si di ridere ancora
nell'ora più dura e scura che c'è
solo di notte guardiamo lontano
distanze infinite di milioni di soli
questa notte io voglio viaggiare
fuggire dall'inevitabilità
e ti cerco nelle pieghe del sogno
fra le mie stelle nell'oscurità
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10. |
02/
06:54
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otto e venti tangenziale marmellata di lamiere
occhi spenti fumi bianchi orizzonte e vetri scuri
aria ancora troppo fredda non e' vera primavera
sveglia amara velenosa fra bancari e idrocarburi
polveri sottili neon benzene smog amianto
l'alito del drago ci prepara per l'espianto
d'organi e spirito
metro tir a nove e si fa sera in un momento
ma poi ogni tuo sguardo sembra spento ed io non sento
il tuo cuore rapido
urla di sirene e iene libere dalle catene
armi in pugno distruzione da corsia preferenziale
facce nere rose rosse tosse e asma sono infine
trasversali esperanto formicaio quintessenziale
domatori ballerine nani impavidi veline
ombre tristi di turisti Prada piazza Gabrio Rosa
che si adatta sempre meno ai rigori di un inverno pieno
di promesse ed ombre lunghe di catarro sangue e targhe alterne
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11. |
Bullenhuser Damm
07:16
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la luce che trema e la sedia gelata
in una tiepida notte di aprile
occhi spenti da troppe paure
che non ci sia più nessuno là fuori
che non sia che il vento a raccoglierne il pianto
se un pianto vi ha presi per mano
la luce che trema e la sedia gelata
inghiottiti in un gorgo infinito
come stelle di un gregge che si raduna
per poi spegnersi ad una ad una
senza il minimo accenno di un'ultima resa
negli occhi vuoti di orchi in divisa
Sergio è stanco e non capisce
olandese polacco serbo francese
Sergio vuole guarire
il vostro bisturi mi ha fatto del male
la luce che trema e la sedia gelata
in un buio di sguardi stupiti
poi morfina e nel sogno una mano si svela
e stringe distratta ogni gola
ed il cappio ferisce la pace del viso
mentre il cuore si arresta indifeso
Mania chiede la mamma dov'è?
quattro anni e la fame nel ghetto di Radom
Mania vuole scappare
i vostri dottori mi hanno fatto del male
la luce nasce a fatica sul fiume
venti assenze per un compleanno
e un pensiero che è pensiero di niente
ma ogni singolo nome è importante
come niente è pregare in un giardino di rose
ma ogni rosa è immensurabile attesa
venti bambini, alcuni forse di appena tre anni
quando furono presi dalle loro case
in Francia, Italia, Olanda, Polonia, Yugoslavia
trasportati per centinaia di chilometri su carri bestiame
rinchiusi nell'inferno di Auschwitz
separati dalle loro famiglie
trasportati di nuovo
poi torturati, metodologicamente, a lungo
inoculando tifo e tubercolosi, esportando le ghiandole linfatiche
un ultimo breve viaggio su un camion
e alla fine distrutti
oggi Sergio, Mania e tutti i loro compagni che morirono in
quella notte avrebbero fra 65 e 70 anni
avrebbero passato le loro vite come qualsiasi altra persona,
avrebbero amato, sarebbero stati a volte tristi, a volte felici,
avrebbero avuto figli, nipoti, sarebbero invecchiati serenamente.
I loro nomi gridano i nomi di un milione e mezzo di altri bambini:
Alexander Hornemann, otto anni, Olanda
Eduard Hornemann, dodici anni, Olanda
Marek Steinbaum, dieci anni, Polonia
Marek James, sei anni, Polonia
W. Junglieb, dodici anni, Yugoslavia
Roman Witonski, sette anni, Polonia
Roman Zeller, dodici anni, Polonia
Sergio de Simone, sette anni, Italia
Georges Andre Kohn, dodici anni, Francia
Eduard Reichenbaum, dieci anni, Polonia
Jacqueline Morgenstern, dodici anni, Francia
Surcis Goldinger, undici anni, Polonia
Lelka Birnbaum, dodici anni, Polonia
Eleonora Witonska, cinque anni, Polonia
Ruchla Zylberberg, dieci anni, Polonia
H.Wasserman, otto anni, Polonia
Lea Klygerman, otto anni, Polonia
Rywka Herszberg, sette anni, Polonia
Blumel Mekler, undici anni, Polonia
Mania Altman, cinque anni, Polonia
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structure Milan, Italy
I am a musician and a life scientist. I compose and produce music since the first eighties.
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