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QPO

by elettro

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1.
io e te siamo in tre 
fuori piove e non sai perché 
non sai che sono sempre stato qui? 
tu poi dove sei? 
fuori piove e se lo sai 
non sai che tutto questo finirà 
la mia stella sempre quella 
brilla sempre chiara nella 
notte fredda, notte senza te 

si va o non si va? 
e se si va, dove si va? 
tu dimmi solo se questa pioggia finirà 
si lo so che siamo in tre 
e fuori piove anche se 
non so se mai questo cuore capirà 

dieci anni di pioggia cade senza rumore 
dieci anni d'amore per un giorno così 
dieci anni di pioggia per un giorno così 

noi tre io e te 
fuori il sole splende e 
lo sai che siamo sempre stati qui? 
ma tu ora dove sei? 
splende il sole ma non lo sai 
non sai che questa pioggia è finita già
2.
Colombo 03:37
scoprila tu quest’isola difendila tu questa terra mia cerca di avere sempre di fronte la linea del mare

conquistala tu quest'america difendila tu questa terra mia cerca di avere sempre a dritta la stella polare 
 dormono anche le cose più fragili dormono di fianco a noi america raccontala tu questa favola raccontala tu questa mia follia cerca di avere sempre presente la fatica di amare
 vivono anche le cose più deboli vivono dentro di noi 
 america
3.
Argonauta 05:52
vienimi a prendere portami via con te non mi lasciare in questo mare oceano in tempesta il vento non mi basta non so più quale rotta navigare vienimi a prendere portami via con te non mi lasciare senza vento perduto in questo mare che cambia il suo colore lontano guida un suono spento senza una meta senza una stella stella cometa stella cadente stella che brilli brilli per niente ore di stelle e sale un'altra notte uguale ho voglia solamente di dormire sognare terre amiche squarciare albe opache senza bisogno di partire notti di buio e stelle tracce sulla mia pelle sfiorando solo il vento assente chiudo i miei occhi chiari oggi com'era ieri navigo cieco in quest’istante
4.
non mi vedi io lo so da quel buio dove tu ti nascondi quando sei sola Io ti ascolto ogni notte le mie mani sempre strette come fossero nemiche della pelle cosa fai quando sei lì? come mai non parli più? come mai ti penso sempre troppo poco? e in città ormai è tardi e tu lo sai una notte una casa una promessa mantenuta stai attenta che domani le tue ossa spezzerò ormai è tardi e tu lo sai una notte una casa un segreto una vergogna stai attenta che domani la tue dita piegherò e t'incontro per le scale fuggire dietro quegli occhiali troppo chiari per i lividi che hai le tue labbra sempre viola mi sussurrano un saluto quel saluto è un coltello senza lama com'è strano essere qui a parlare fra di noi come fossimo incapaci di ascoltare come se le notti amare le tue urla i tuoi singhiozzi li potessi far sparire alla mattina ma tu sai che io non sento col cuscino sulla testa sono affari di famiglia e mi addormento e ogni notte è più facile non mi devo più sforzare non mi chiedo se è innocente il mio silenzio e in città ormai è tardi e tu lo sai una notte una casa una promessa mantenuta stai attenta che domani le tue ossa spezzerò ormai è tardi e tu lo sai una notte una casa un segreto una vergogna stai attenta che domani la tua pelle brucerò e in città ormai è tardi e tu lo sai una notte una casa una promessa mantenuta stai attenta che domani le tue ossa spezzerò ormai è tardi e tu lo sai una notte una casa un segreto una vergogna stai attenta che domani la tue dita piegherò ormai è tardi e tu lo sai una notte una casa la tua faccia insanguinata stai attenta che domani la tua pelle taglierò ormai è tardi e tu lo sai una notte una casa una vita una sposa una notte una città Il silenzio vincerà
5.
un gesto senza dubbio conseguente a un altro gesto e sulla scala scivola appassionatamente il desiderio e l'alibi di non conoscere dell'altro le sembianze trasforma quest'incontro in un incontro di apparenze la quasi certa e disprezzabile comunque falsa cortesia si sgretola non appena le parole s'incurvano a volta gotica chi crederà ch'io sia se spoglio senza sforzo l'emozione? o preferisce invece un più sicuro e certo atteggiamento di rinunciato attacco a quei valori falsamente ironici che portano il discorso sul sentiero ostico dell’allusione e intanto vola la parola amore in un bisbiglio di conchiglia nella risacca stanca dei respiri un po' affannati e la parole amore vola gira l'angolo, sfiora lo scaffale e poi si posa senza peso su qualche libro un gesto senza dubbio facilmente assimilabile come il vezzo quotidiano di pensare con sonoro futurista in un diluvio di contrazioni muscolari che profondono rossori sul ruvido lenzuolo stridono epidermidi un poco animalesche e intanto il senso della flebile incertezza o incongruenza s'incurva lentamente e prende una piega neurologica e noi ci ritroviamo ancora stanchi sotto il peso dell’ingegno che senza sosta inventa nuovi simboli di ricorrenza creati nella sterile vittoria della certa assoluzione ma la parola amore sembra il ventre del reale e come un ventre è molle e come un ventre è da usare e come un ventre molle è da buttare
6.
Basti tu 06:21
cosa ti devo dire sono solo stanco stanco di pensarti e non averti accanto stanco dei tuoi occhi che non sono mai dove io li vorrei cosa ci devo fare sono solo stanco stanco di svegliarmi e non trovarti accanto stanco dei miei sogni che non sono mai come io li farei senti lo sai che io potrei stare solo con te tutta la notte a contare le stelle perse nel blu volare come vorrei basti tu senti lo sai che io potrei dire solo per te  quelle parole senza paura se tu ci sei parlare come vorrei basti tu passata un'altra estate e sono ancora stanco stanco di guardarti senza averti accanto stanco dei tuoi occhi che non sono mai che non sono mai dove io li vorrei le sagome dipinte di barche addormentate la musica di notte soffiata verso il mare la musica di notte e' il ritmo delle onde e il ritmo delle onde non cambia mai cosa ti devo dire sono solo stanco stanco di pensarti e non averti accanto stanco dei tuoi occhi che non sono mai dove io li vorrei attori consumati maghi delle scena aiutate la mia bocca a rimanere chiusa nell'ombra del silenzio nel buio della stanza ma il buio della stanza è un grido
7.
batte il tempo ritmicamente solo il tempo di dire si perdo tempo coscientemente non c’è amore più di così 
il tempo è lei non si ferma mai il tempo è lei fermala se puoi ogni notte un’attesa che sembra non finire ogni notte per ore ed ore senza fare rumore batte il tempo regolarmente 4/4 fanno di lei fuori tempo costantemente come il tempo dei sogni miei tutto è stato detto niente è stato fatto ci siamo trovati e lasciati perduti nell’ultimo nostro respiro distratti da troppi silenzi quello che si è detto forse andava fatto seguire una voce che dice che ancora qualcosa rimane niente è stato fatto di quello che si è detto
8.
dove sei amico mio non hai più alibi ora sai lo so io sono giorni inutili e se guardi lontano ti scioglie il sole dagli occhi e non so perchè dormi se riesci e spera che sia soltanto un sogno che poi vola via dormi e prega in silenzio il tuo dio tu dormi, starò sveglio io dove sei ragazza mia stai vicino stringimi ora sai andare via siamo stati stupidi ed il fumo si alza leggero a scoprire la notte Io non ho che te una notte infinita notte senza risveglio una vita colpita ne colpisce altre cento fumo bianco nel vento nero come la notte danza senza un lamento mille voci interrotte e se guardi lontano ti leva il dolore dagli occhi ora sai perché
9.
Isola 04:34
vento scivola nel cuore di una notte senza sera sfiora lieve le parole pronunciate senza cura lui arriva nella pioggia ha un fucile nella mano una luce nella notte isola se ti va a me va se ti va a me va hai un cane al posto del cuore un cane da guerra con i denti di acciaio ed uno sguardo di chi si sente sola uno sguardo tipo scusami amore vento scivola nel cuore di una notte senza sera sfiora lieve le parole pronunciate senza cura sfiora gli alberi dipinti e le mani degli amanti porta il sale dentro i muri porta il mare negli odori lui arriva con la pioggia ha i tuoi occhi nella mano una voce nella nebbia isola se ti va a me no se ti va a me no
10.
JFKMXP 04:42
un aeroplano di plastica gialla come un cane ad una lunga catena di questa nostra ultima cena spengo lo sguardo per rimanere a galla dentro al buio di un volo notturno che fugge a est cercando il giorno ed un oceano cresciuto troppo in fretta in una notte riempie l'attesa della nostalgia voglio andare voglio tornare via voglio andare voglio tornare via sopra mille e mille e mille metri ancora sotto le stelle che sanno di casa sento il mio cuore che si riposa un lampo rosso accende l'aurora fine di questa eterna brevissima notte descritta da troppe parole imperfette ed una strada disegnata senza badare a spese taglia in due la vecchia ferrovia voglio andare voglio tornare via voglio andare voglio tornare via
11.
QPO 02:38

about

After a long pause texcoco was reborn as elettro. This is the first album of this new chapter, indeed the title QPO stands for "Quasi Periodic Oscillations" as our collaboration in those years was oscillating between active and inactive phases, due to unavoidable facts of life.

credits

released December 1, 2001

Stefano Giovannardi keys and drum programming, guitar, bass, tabla, samples, backing vocals
Francesco Haardt lyrics, vocals
Laura Faravelli backing vocals on "dieci anni di pioggia" "una notte una città" "notte italiana"
Giacomo Ciccarelli classical guitar solo on "isola" additional guitar on "notte italiana"
Matteo Rossi sax soprano on "la parola amore"

All songs composed and written by Stefano Giovannardi and Francesco Haardt

Recorded, engineered, mixed and mastered at eV studio by Stefano Giovannardi

Artwork Stefano Giovannardi and Francesco Haardt

Produced by Stefano Giovannardi

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about

structure Milan, Italy

I am a musician and a life scientist. I compose and produce music since the first eighties.

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